Chiara Rinaldi, Amministratore Delegato della Raineri S.p.A, Life e Team Coach di DURGA, ci racconta la sua esperienza e i cambiamenti personali e professionali che ha raggiunto durante il corso Coach Professionista a DURGA.
Nella sua tesi, Chiara ha composto un racconto autobiografico del proprio ‘per-corso di vita’, come l’ha definito lei, descrivendo i propri cambiamenti, maturati durante l’anno di frequenza al corso.
Leggiamo insieme qualche estratto di questo piacevole storytelling, a partire dal ‘primo impatto’:
‘Alla prima lezione Carla, la nostra insegnante, esordisce con una magnifica definizione di che cosa non è il Coaching. Che inizio folgorante! Iniziare una presentazione partendo da ciò che non è. È’ un approccio originale e inusuale. È’ come se già ti anticipasse che quello di cui si andrà a trattare sarà qualcosa di particolare.
Il Coach non è un consulente, non dà quindi consulenze, soluzioni. Non aiuta. Non è un medico, non prescrive medicine o fa diagnosi. Non è uno psicologo, non segue patologie o problematiche invalidanti. Non è stupendo? Non è liberatorio?
Per come sono fatta io penso subito è Mio!! Son libera di essere quello che sono, tutto è a mia disposizione, hai un mondo di possibilità a tua disposizione. Bello e rassicurante.’
E man mano che il corso prosegue, di pari passo prosegue il percorso di crescita di Chiara, che scopre il significato e la potenza del concetto di ‘vulnerabilità’ in coaching.
‘Essere vulnerabili è da sempre visto come una mancanza, un difetto. Se ti rendi vulnerabile sei attaccabile e più facilmente ti si potrà sopraffare. Nel Coaching Vulnerabilità acquista una funzione completamente diversa. Dichiarare un nostro lato debole con sincerità si trasforma in una potente arma di vittoria. Crea empatia con chi ti sta ascoltando, si entra in sintonia, abbassa le difese. Soprattutto per chi la dichiara annulla la tensione.’
Ed ecco la conclusione del corso e anche la formulazione dei progetti futuri per Chiara:
‘I MIEI SUCCESSI
Il mio primo successo è assolutamente aver finito il corso!!
Di averlo finito con un buon risultato. Per me il buon risultato è caratterizzato dal fatto che sono soddisfatta del mio percorso. Dei piccoli grandi cambiamenti e consapevolezze che sono riuscita ad ottenere. Lo considero uno strumento semplice e “potente”.
Corso, secondo me, che mi ha “portato” a realizzare da sola che ho anch’io delle buone capacità, un piccolo talento. Ho scoperto che mi piace un sacco il Coaching. Lo sento adatto a me. Sia per i risultati ottenuti su me stessa, sia come strumento di supporto per quelle persone che stanno affrontando situazioni “problematiche”.
È mia intenzione implementare la pratica e lo studio del coaching per poterlo utilizzare nel mio lavoro in azienda, sia un domani come nuova avventura lavorativa in altri ambiti.’
Durante la lettura della tesi di Chiara, ho ricordato molti episodi vissuti insieme in classe e durante le supervisioni, questa volta raccontati dal suo punto di vista!
Nel racconto ho trovato riscontro dei cambiamenti fluidi e continui che ho notato in lei durante l’anno di corso, in modo particolare sui suoi iniziali ‘giudizi di impossibilità’ che, credo grazie alla potenza del concetto di ‘vulnerabilità’ come punto di forza e di empatia, si sono aperti al mondo di possibilità che il coaching ci offre, permettendole di concludere brillantemente il corso e di pensare a nuovi progetti.
Grazie Chiara e ti auguriamo buon lavoro e buon coaching!
Carla