Le parole hanno un peso, sempre. Nel nostro campo, forse, ancora di più.
Ti sei mai chiesto se quello che scrivi (sui volantini, sito internet, brochures, biglietti da visita, facebook ecc.) è legalmente corretto o se invece stai scrivendo qualcosa che sarebbe meglio evitare di scrivere per non incorrere in problemi?
Probabilmente, se sei un professionista attento e coscienzioso, sì. Ma c’è anche un’alta probabilità che ti siano rimasti dei dubbi.
Oggi voglio quindi iniziare a dare alcune informazioni, non esaustive, ma che spero ti mettano la pulce nell’orecchio e ti permettano, quindi, di approfondire con qualcuno di competente e anche di fare più attenzione a ciò che scrivi.
Occorre scegliere le parole con attenzione, cura e amore.
QUALI PAROLE NON UTILIZZARE
Tutti i professionisti che appartengono alle professioni non regolamentate (Rif. Legge 4/2013) e che non sono in possesso di laurea o diploma in professioni sanitarie, non dovrebbero utilizzare parole riservate alla classe medica o, appunto, alle professioni sanitarie.
Anche chi appartiene alla classe medica/professioni sanitarie dovrebbe comunque cercare di operare un distinguo nel momento in cui parla di discipline olistiche che non hanno, ad oggi, valenza medica.
(Quindi se, ad esempio, io fossi fisioterapista, potrei scrivere che faccio riabilitazione ma se fossi anche un massaggiatore olistico non potrei/dovrei scrivere che un massaggio olistico guarisce – spero di aver reso il concetto.).
Durante il corso START con Debora Giarnetti, la nostra avvocata olistica, dedichiamo una parte del modulo formativo di Setting anche a questo.
E’ vero che molto dipende dal contesto in cui una parola è scritta ma, per evitare di incorrere in rischi inutili (fino all’accusa si abuso di professione medica), è meglio non scegliere parole che fanno riferimento a termini utilizzati in campo medico. Tra l’altro con tutte le sfumature e i sinonimi che la lingua italiana offre, non è poi così difficile.
Meglio quindi EVITARE parole quali (elenco non esaustivo ma volto a fornire alcuni esempi):
- terapia
- cura
- anamnesi, diagnosi
- malattia, patologia
- guarigione
- paziente
- prescrizione
- tutti i nomi delle patologie quali, ad esempio: emicrania, insonnia, gastrite, colite, ecc.
Quindi, ad esempio NON sarebbe corretto scrivere “la riflessologia permette di curare la gastrite”.
Meglio trovare un’alternativa più dolce “la riflessologia rappresenta un aiuto per le persone che lamentano bruciori e dolori allo stomaco”.
Oppure “con la kinesiologia si possono diagnosticare le intolleranze alimentari” meglio “con la kinesiologia si possono individuare cibi a maggior o minor compatibilità energetica”.
A prima vista, in classe, gli allievi di START solitamente si lamentano perchè vedono in questo una limitazione. Io invece, suggerisco di guardare le cose da un’altra prospettiva.
QUALI PAROLE UTILIZZARE
Usare le parole che usano i riceventi ci permette di essere chiari e avvicinarci al loro vissuto ed entrare più facilmente in sintonia.
Alle volte non usare, sulle nostre brochure o siti, termini medici, ci permette di avvicinarci al modo in cui parlano i riceventi quando vengono in studio da noi e quindi ci consente di essere chiari e comprensibili (e rispettosi della legge).
Ad esempio, molti dei miei riceventi, non vengono da me in studio dicendo: “ho la gastrite” (a meno che il dottore non gliela abbia dignosticata), spesso vengono da me e si lamentano dicendo: “ho bruciori di stomaco/ho la sensazione di peso sullo stomaco, mi puoi aiutare?”. Possiamo utilizzare le stesse parole per descrivere il nostro lavoro.
Quindi non è necessario adottare termini medici per essere chiari e per far capire ciò che facciamo.
Impariamo ad ascoltare e annotiamo le parole che le persone utilizzano quando parlano con noi di un loro “problema”. Utilizziamo queste parole per imparare il linguaggio comune anzichè rincorrere necessariamente terminologie mediche.
Utilizziamo questa possibilità a nostro vantaggio, descrivendo bene nei nostri strumenti di comunicazione (sito, brochure, facebook, ecc.) le sensazioni che le persone lamentano. In questo modo i riceventi si sentiranno capiti e accolti, proprio perchè non usiamo con loro termini medici ma sappiamo esattamente comprendere quale dolore o fastidio li affligge.
La scelta attenta delle parole nella comunicazione scritta può essere un altro modo per rendere le nostre discipline chiare e alla portata di tutti.
PER APPROFONDIRE
Nel percorso START è compresa anche la revisione legale dei testi per la tua comunicazione. Se ti vuoi iscrivere alla prossima edizione, trovi tutte le informazioni su questa pagina.
Questo articolo prende spunto da un comunicato stampa SIAF in merito a direttive tecniche pervenute direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico – Ufficio Vigilanza e normativa tecnica.